Parafrasando un noto claim pubblicitario, possiamo dire che il più lungo fiume d'Italia - il Po - ha un delta degno della sua grandezza.

Il Delta del Po, sviluppandosi fra le province di Rovigo, Ferrara e Ravenna, è infatti la più grande zona umida d'Italia e una delle più estese d’Europa.

Nel 2015 l’UNESCO l’ha riconosciuto Riserva di Biosfera nel Programma MAB (Man and the Biosphere), programma che ha lo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente col fine di tutelare la biodiversità del pianeta.

In questo articolo tratterò però esclusivamente del Delta veneto del Po.

Quello, per intenderci, meno conosciuto e turisticamente meno sfruttato.

Da decenni, infatti, La Regione Emilia-Romagna promuove il suo Delta, valorizzandone la forte vocazione turistica grazie alla presenza dei lidi comacchiesi e ravennati, meta di vacanze di massa già a partire dalla metà del secolo scorso. 

La frazione veneta del Delta del Po si estende su una superficie di circa 800 km² - di fatto la maggior parte dell'intero comprensorio deltizio - mentre la zona protetta copre 120 Km²; questo enorme patrimonio naturalistico è gestito nel Veneto da 9 comuni e dal Parco Regionale Veneto del Delta del Po.

I comuni coinvolti sono Adria, Papozze, Ariano nel Polesine, Porto Tolle, Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po, Loreo e Corbola.

Il Delta Veneto del Po è uno scrigno di bellezza.

 

L’estensione e la sua modesta antropizzazione ne fanno un luogo ancora in buona parte sconosciuto, da scoprire con lentezza per poterne meglio apprezzare la dolcezza del paesaggio e le sue nascoste ricchezze.

 

In un ideale percorso si potrà così passare dalle vaste pianure di campagna al mare, passando per le antiche linee di costa – le dune fossili e, a tratti, per i campi di lavanda, le stazioni di sosta, le oasi naturalistiche.

Il Delta veneto del Po è una risorsa unica per gli amanti del birdwatching - ricco com’è di un’avifauna che conta circa 400 specie di uccelli nelle sue lagune, nelle sue valli e sulle barene - i quali possono trovare sia libere postazioni di osservazione che situazioni più strutturate, come ad esempio l'Oasi di Cà Mello, l’Oasi di Panarella e l'Oasi di Cà Pisani.

Lungo i nostri itinerari di viaggio troveremo vegetazione di pianura, ambienti umidi e ambienti marini, una rara e affascinante alternanza di paesaggi ricchissimi di rigogliosa vegetazione, boschi e pinete. Ma anche intere distese di canneti e di salicornia.

Non a caso il Delta Veneto del Po ospita il Giardino Botanico di Porto Caleri, prossimo alle spiagge di Rosolina Mare, dichiarato Sito di Importanza Comunitaria.

Potremo camminare su spiagge libere lunghe chilometri, godendo del verde della bassa vegetazione di mare, del vento e dell’aria tersa che si respira sugli scanni, lingue di spiaggia in mezzo al mare.

Potremo attraversare in bicicletta gli argini che costeggiano i rami del Po, le strade lungo le valli umide, l’impareggiabile Sacca di Scardovari – punteggiata dalle casette dei pescatori e dai vivai dei vongolari – e tanti, tantissimi altri itinerari.

E si potrà andar per mare, con le motonavi turistiche per escursioni anche al largo, o con agili barche, spesso manovrate da pescatori/guide che ci potranno condurre nei posti più nascosti, fra i canneti dove i fondali sono più bassi, fino ad attraccare alle spiagge libere e selvagge degli scanni.

Per gli amanti della canoa, ça va sans dire, il Delta è irrinunciabile, come lo sono gli specchi d’acqua verde e azzurra della Riserva della Batteria o i placidi canali che costeggiano gli argini.

 

Il Delta del Po è un luogo così suggestivo e particolare nella sua diversità che il primo impatto può essere molto forte, nel bene e nel male.

 

Si può amare la pace delle distese d'acqua così piatte da sembrare specchi, o emozionarsi di fronte ai colori dei tramonti infuocati che si riflettono nella laguna, o farsi affascinare dalla storia delle popolazioni che hanno sposato questa terra difficile.

Ma al contrario si può anche rimanere smarriti in mezzo a queste terre a tratti così desolate e abbandonate alla natura, tanto da apparire quasi troppo selvagge. 

Sarebbe comunque un peccato non approfondire la conoscenza di questo territorio, che se osservato da vicino e con la giusta voglia di scoperta, svela tesori inimmaginabili fatti di storia e di natura.

Come per molti comuni del Delta, sembra che urbanisticamente e architettonicamente il tempo si sia fermato agli anni ’70, cosa che di per sé non è necessariamente un difetto; anche nei piccoli paesi e borghi, il visitatore meno distratto saprà riconoscere qualche affascinante testimonianza storica.

Per concludere, il Delta è un territorio vivo, in continua evoluzione e con caratteristiche molto diverse da zona a zona.

Grazie a questa diversità è in grado di offrire al turista esperienze molto varie.

Al contempo è così vasto che c’è il rischio di girovagare senza meta tra scanni e argini, perdendosi inconsapevolmente i particolari migliori.

Descrivere il Delta veneto del Po in poche righe è però davvero difficile, così come è difficile riuscire a riportare le suggestioni che un ambiente così vasto, vario e in buona parte ancora inesplorato riesce a regalare.

Per questo auguro a chiunque di poterlo scoprire, prima o poi, con la giusta lentezza e rispetto.

 

Luca Grandi

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