Turismo... e quell'insano desiderio di copiare!
Molti territori sono alla spasmodica ricerca di nuove esperienze da offrire agli ospiti.
Per riuscire nell’intento, coloro che sono chiamati ad innovare l’offerta si mettono diligentemente all’opera in cerca di nuove idee, spunti e best practice da importare nel proprio contesto.
Osservando modelli ed iniziative che hanno funzionato, talvolta anche molto bene, nasce e cresce “l’insana voglia di copiare”.
Un po’ come accadeva a scuola quando ci trovavamo vicino un compagno, quello bravo che prendeva bei voti, durante un compito in classe. Come resistere alla tentazione di allungare lo sguardo sul foglio?
Chiariamolo subito: copiare non è un dramma. Molti di noi lo hanno fatto, spesso con successo, portando a casa benefici e buoni voti.
Forse la cosa ha funzionato bene per i compiti di matematica, per le formule di fisica e forse anche per la prova di verbi d’inglese. Ossia in tutte quelle occasioni in cui non era necessario articolare grandi ragionamenti e si poteva risolvere l’esercizio in modo “meccanico”.
Copiare nel turismo è come copiare durante un tema d’italiano … difficile!
Alla base di quello che viene scritto c’è un ragionamento personale, valori soggettivi, percezioni e chiavi di lettura individuali. Quello che viene riportato su carta è frutto di un’analisi introspettiva, combinata con conoscenze e competenze.
Il rischio di “copiare male” è molto elevato e chi ci legge, se ci conosce un pochino, si accorgerà facilmente che quello che abbiamo scritto non è farina del nostro sacco.
Nelle dinamiche di sviluppo turistico assistiamo allo stesso pericolo. Il pericolo di ignorare le caratteristiche territoriali, le peculiarità identitarie, la storia ed il vissuto locale, le sensazioni ed il vissuto di chi ci vive.
Possiamo davvero pensare di copiare modelli di sviluppo turistico senza tenere in debito conto tali aspetti?
Volendo portare un esempio pratico, mi viene in mente il “fenomeno delle panchine giganti”. Un’idea interessante e per certi versi innovativa, diffusa in Italia a partire dal territorio delle Langhe, che ha finito per essere copiata da moltissimi altri territori.
Forme similari, altezze da terra diverse, colori specifici…ma l’idea è esattamente la stessa. Piace ai turisti? Sì, probabilmente è ancora in grado di sfruttare l’effetto novità. Mi domando però se ha davvero senso copiare, ancora, un modello che ormai ha perso di esclusività.
Personalmente credo sarebbe preferibile trovare altre iniziative, davvero coerenti con i territori e capaci di dare risposte, in modo differenziante, alle richieste dei nostri ospiti. Solo così porteremo al nostro territorio un reale valore aggiunto.