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  4. La qualità di vita delle generazioni future

I cambiamenti climatici e geopolitici, assieme alle nuove abitudini di consumo, sono fattori difficilmente prevedibili che possono esercitare un elevato impatto anche sul comparto turistico.

Ecco perché sapersi adattare alle evoluzioni che stiamo vivendo, senza farsi travolgere dall’affanno, è la grande sfida odierna per le destinazioni e gli attori coinvolti su tutto il territorio.

 

Cosa facciamo se nei prossimi anni cambia il clima?

Se per ragioni geopolitiche o sanitarie una parte del nostro target clienti non ci può più raggiungere?

Come facciamo a garantire un futuro alla nostra destinazione? 

 

Sono queste, più di altre, le domande alle quali dovremmo trovare una risposta.

 

La sostenibilità come valore portante del sistema territoriale

Innanzitutto, è necessario partire con una riflessione che ha a che fare con la sostenibilità: questa, prima di essere oggetto di tendenza per la comunicazione e il marketing, deve essere riconosciuta come un valore portante del e nel sistema territoriale.

Partendo da questo presupposto, possiamo guardare alle domande poste poco fa da un’altra prospettiva: 

come facciamo a garantire al nostro territorio uno sviluppo nel rispetto dell’ambiente, dei sistemi di vita, dei paesi e delle popolazioni ospitanti?

 

Come facciamo a conciliare lo sviluppo turistico in evoluzione con le caratteristiche del nostro territorio?

 

A queste domande possiamo rispondere con tre strategie e azioni concrete.

 

1. Identità: il punto di partenza per ogni posizionamento strategico

L’identità deve essere il nostro faro guida, perché è ciò che ha caratterizzato nel tempo la crescita del territorio.

Si definisce a partire da quegli elementi di successo legati alla storia culinaria, contadina, artigiana e turistica che si sono ripetuti nel tempo e che rendono differenziata la nostra destinazione.

Se una località non ha chiara la propria identità, può correre il rischio di farsi imporre un posizionamento che non percepisce come proprio. Di conseguenza non verrà trasmesso agli ospiti e non sarà riconosciuto dal mercato, esponendosi al pericolo di imitazione da parte delle altre località.

 

2. Mantenere le località attraenti per le nuove generazioni, aiutandole a sognare

L’evoluzione di un territorio dipende dalle nuove generazioni.

Il nostro impegno dev’essere quello di aiutarle a riconoscerne il potenziale, dando loro gli strumenti per immaginare un nuovo sviluppo e credere nella sua realizzazione.

Le località che non hanno un posizionamento differenziante e che soffrono il fenomeno dello spopolamento, sono quelle che oggi stanno affrontando le sfide più dure.

In questi contesti, il desiderio dei giovani di spostarsi verso centri che offrono una qualità di vita migliore, si contrappone a quello delle generazioni più adulte, le quali vorrebbero invece dare continuità ai propri sforzi in campo turistico e territoriale, creando così un pericoloso vuoto generazionale.

 

Secondo uno studio del Sole 24 Ore uscito nel 2021, le località italiane più attraenti per i giovani tra i 18 e i 35 anni sono quelle che garantiscono un buon equilibrio tra il numero di laureati e gli altri titoli terziari, un’alta presenza di imprenditorialità giovanile, un basso tasso di disoccupazione, canoni di locazione adeguati al reddito, presenza di aree sportive all’aperto e poi concerti, bar, discoteche e altre attività ricreative.

Per finire, un buon tasso di natalità. 

La domanda che dobbiamo farci nasce quasi spontanea:

il nostro territorio è in grado si rispondere alle esigenze dei suoi figli?

 

3. Ridurre il gap tra mancanza di motivazione e mancanza di competenze

Il grande vuoto è generato spesso dalla somma di due fattori: primo, la mancanza di motivazione a rimanere e a portare avanti le attività del territorio in cui si è nati; secondo, la mancanza di competenze specifiche che permettano di trasformare i valori del passato in fattori di successo per il futuro.

Va notato però che la ricerca di una qualità della vita più adatta ai tempi moderni, e quindi la sfiducia verso il futuro della propria località, è spesso accentuata proprio dalla mancanza delle competenze necessarie a svilupparne il potenziale.

Se vogliamo evitare l’emorragia tra i giovani del territorio, è quindi fondamentale fornire loro le conoscenze di cui hanno bisogno per costruire un nuovo futuro, tanto per sé quanto per la destinazione.

 

L’aumento della qualità di vita nelle località più periferiche è necessario per portare le generazioni future ad investire sul territorio.

 

La sfida del ricambio generazionale non va presa alla leggera e deve essere tenuta in considerazione anche in sede di definizione della strategia territoriale.

Oltre a chiarire l’identità, necessaria a definire una strategia coerente e differenziante, è fondamentale chiedersi in che modo sia possibile fare sviluppo per generare una qualità di vita superiore, volta a trattenere le nuove generazioni e ad invogliarle nel sognare e investire in un nuovo futuro.

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Simonetta Cesaro
Scritto da Simonetta Cesaro Aiuto le organizzazioni a rimanere competitive nel tempo, preparandole ad affrontare i cambiamenti in modo strutturato e fedele alla propria identità. Per me, la forza è nel contributo di ogni singolo collaboratore.
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