Master Plan per l’archeologia del Veneto Orientale
Questo progetto - costruito grazie ai fondi della Regione Veneto - nasce dalla partnership tra Progetto Turismo e Studio Cavaggioni.
L’obiettivo era quello di valorizzare il patrimonio archeologico del Veneto Orientale, coinvolgendo i 22 comuni interessati all'interno di una rete coesa e organizzata.
Cosa abbiamo fatto per i comuni del Veneto Orientale?
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La nascita del progetto
Il comune aprifila è stato quello di Concordia Sagittaria, il quale ha ottenuto i fondi necessari dalla Regione Veneto.
L’intenzione iniziale era quella di valorizzare il patrimonio archeologico locale (risalente al tempo dei romani) in comune con le altre amministrazioni del territorio.
Sebbene tutte avessero infatti un sito da valorizzare, mancava omogeneità tanto tra i prodotti offerti quanto nell’approccio al mercato.
Un’offerta poco omogenea
Da subito è saltato all’occhio la grande differenza nello sviluppo dei prodotti offerti al visitatore.
Le aree balneari, forti anche di un flusso turistico più importante, avevano lasciato in secondo piano lo sviluppo dei siti archeologici, dando priorità ad altre attrazioni.
Contrariamente, i comuni dell’entroterra avevano un prodotto più sviluppato, ma faticavano ad attirare i flussi di visitatori lontano dalla costa.
Un prodotto da offrire o un bene da tutelare?
Durante la fase di analisi è emerso un altro aspetto che aveva, fino a quel momento, determinato lo sviluppo dei siti archeologici.
L’amministrazione, seguendo la giusta visione che la deve contraddistinguere, aveva guardato ai siti come ad un bene da tutelare, piuttosto che come un prodotto turistico.
Una posizione giusta, ma che assieme abbiamo scelto di ampliare. Era infatti necessario iniziare a pensare ai siti anche in funzione dei visitatori - e, dunque, come attrazione - se volevamo attirarne l’attenzione.
La prima strada non escludeva la seconda: si trattava di trovare il giusto equilibrio tra le due.
Innovare per rinnovare
In seguito al lavoro di analisi, durante il quale sono state ascoltate le amministrazioni e gli altri stakeholder, è stato costruito un piano di sviluppo strategico, sorretto da due capisaldi.
Il primo riguardava la creazione di una rete unica, da un lato per dare ai prodotti uno sviluppo omogeneo e coordinato; dall’altro per dare alla comunicazione un’aspetto univoco, rendendo più semplice orientarsi tra i parchi archeologici.
Il secondo toccava invece l’aspetto dell’innovazione, il quale mirava a rendere i parchi più attrattivi e coinvolgenti. Capaci, quindi, di attirare l’attenzione dei visitatori anche nei siti lontani dalla costa.